"Memorie innevate di Bocca della Selva: Tra progresso e nostalgia nella poesia di Carlo Pastore"

 Bocca della Selva 

La poesia di Carlo Pastore riflette sulla trasformazione della località turistica invernale di Bocca della Selva nel corso degli anni. Dagli ideali e dall'entusiasmo degli anni sessanta, si passa alla realizzazione di infrastrutture turistiche come la sciovia del sole e la costruzione di alberghi e villette. Questo progresso porta con sé anche delle conseguenze negative, come il degrado ambientale e la perdita della natura selvaggia che caratterizzava la zona.


Giulia, compagna di Carlo, apprezza la modernizzazione, ma rimpiange la romantica bellezza della selva di un tempo. Carlo, invece, continua a trovare gioia nell'esplorare le montagne e le valli con gli sci da fondo, cercando il vero splendore della natura e seguendo le tracce degli animali selvatici.

La poesia evidenzia un senso di tristezza per l'incapacità del meridione di gestire adeguatamente lo sviluppo del territorio. Tuttavia, vi è anche un momento di struggente bellezza quando Carlo ricorda una giornata trascorsa con il cognato su montagne innevate e intatte, dove ha pianto per la consapevolezza di non poter condividere più quella bellezza con la sua amata Giulia. Questo momento è permeato di un senso di perdita e di rinuncia, ma anche di un profondo legame con la natura e con i sogni che hanno caratterizzato la vita di Carlo e Giulia.



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